Jess Walter è l’autore numero undici di Racconti edizioni e gli esilaranti racconti di Viviamo in acqua sono brevi trattati di sopravvivenza quotidiana in un sobborgo impoverito degli Stati Uniti infestato da ragazzini molesti, ladri di biciclette e alcolizzati all’ultimo stadio. I protagonisti di queste vicende sembrano quasi sempre cercarseli i guai. Sono gente comune, colletti blu, recidivi della vita: un truffatore che gabba gli ambientalisti fingendosi di Greenpeace, un barbone che cerca di racimolare qualche spiccio per comprarsi l’ultimo Harry Potter, un giornalista si vendica della sua ex manipolandole l’oroscopo. Racconti di una comicità nera sulle abulie di una comunità «povera, conservatrice, troppo bianca, noiosa e ineducata, senza ristoranti etnici e nemmeno un teatro».
Il libro dell’autore statunitense, tradotto da Maurizio Bartocci e illustrato da Walter Galindo Gavilano, è stato descritto così da Ben Percy su Esquire: «Una raccolta cazzuta, grintosa e dal gran cuore».
«Accattivante e devastante, divertente perché vero, e orribile perché vero, ma anche divertente perché orribile e così via, all’infinito. Fortunatamente Walter è un uomo dal cuore d’oro che eccelle nello scrivere a proposito di altri uomini dal cuore d’oro, seppure spezzato. La generosità di spirito accoppiata all’impossibilità di Walter di distogliere lo sguardo dal caos eleva questi racconti da marcette a sinfonie.» Se Allison Glock, dal New York Times si esprime con queste parole è perché Jess Walter riesce davvero a immergersi negli abissi dei suoi personaggi, sott’acqua, e a farne emergere tic e ossessioni che sono la punta di un iceberg in scioglimento. Qual è la loro versione dei fatti? Non c’è nessuna verità né la parvenza di un’agnizione che sistemi le cose e ci faccia tirare un sospiro di sollievo procrastinando l’inevitabile. In compenso «ci sono mondi interi sotto quella superficie». Magari noi non riusciamo a vedere nulla sotto le increspature dell’acqua, ma Walter sì. Abulie, dipendenze e un certo rammaricato cinismo animano una scrittura senza epifanie consolatorie, pungente di ironia e gravida di calor bianco, in cui l’umanità finalmente emerge con una consapevolezza amara, ma insperata e nuova. O nuoti o affoghi.
Questo perché Jess Walter conosce a menadito le sue creature letterarie che siano tossici allo sbaraglio, zombie raverini, truffatori, stalker, ex militari o semplici padri di famiglia e fa prendere loro sembianze umane, così palmari da spingerci a cercare la terza dimensione sulla carta delle pagine. È così che Bobby Rausch e il suo amico stanno cercando di rintracciare la sorella spogliarellista di Bobby nel delirio di Las Vegas:
«Sembra contento di avere un complice, ma è totalmente disinteressato alla mia vita. Una volta sola mi ha chiesto del mio divorzio, affacciati sulla Strip, al bar del Margaretville. Sono sbronzo e gli racconto tutta la noiosissima storia: di come ci siamo sposati, di come abbiamo trovato lavoro in due città diverse, di come ci tradivamo a vicenda nelle rispettive città, e di come, quando sono finalmente riuscito ad andare a Portland, dove viveva Amelia, lei si era già innamorata di questo tizio più vecchio. Finito di raccontare, Bobby non parla. Fissa il flusso di ubriachi sotto di noi, e alla fine dice: Troia.
Credo che tu non abbia afferrato il punto, dico.
Eccolo qua, il punto. E mi pugnala con la sua birra. Te e me? Ci vuole ben altro tipo di squinzia per domarci, noi due. Siamo due fuorilegge. Non abbiamo esattamente la stoffa del marito medio.»
Viviamo in acqua è la prima raccolta di racconti di Jess Walter, ma le sue storie sono apparse in Best American Short Stories, Playboy, Harpers, McSweeney’s e Esquire. È stato finalista al PEN/USA e al National Book Award, ha vinto l’Edgar Allan Poe Award. È tradotto in trenta lingue e all’attivo conta sei romanzi.
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