Pubblichiamo oggi un estratto da I tonni non nuotano in scatola di Carla Fiorentino, edito da Fandango Libri.
Ringraziamo autrice ed editore.
Era una mattina strana, senza vento, di quelle che nell’isola sono rare come banconote da duecento euro nelle tasche di uno studente. Il mare era piatto, immobile, addormentato. Le barche stavano ferme, cementate sul pelo dell’acqua. Una giornata strana e fortunata, avrebbe pensato chiunque non avesse passato molti inverni sull’isola. Ma il Rais non era dello stesso avviso. Lui che conosceva il mare, come si può conoscere un fratello minore. Con quel misto di affetto e sospetto che permette alle relazioni fraterne di mantenersi identiche con lo scorrere degli anni. Non era convinto di aver fatto bene a consentire a me, una forestiera, di unirsi a loro e per di più di salire con lui sul barbariccio. Non in una giornata così strana. Ce lo aveva scritto chiaro in faccia e non faceva nulla per mascherarlo. Ma Pietro aveva insistito, ed erano così rare le volte in cui Pietro si faceva uscire un filo di voce per chiedere qualcosa che somigliasse anche lontanamente a un favore, che non se l’era proprio sentita di dirgli di no. D’altronde ormai erano anni che la mattanza aveva perso il suo carattere sacro per trasformarsi in uno spettacolo per turisti. E poi era ora che Pietro si vedesse con una donna. Dopo la sua sventura non aveva più mostrato alcun interesse per altri che non fosse il suo cane. Era stata una tragedia oscura e tale era rimasta. Maria era stata acchiappata da un’onda mentre lanciava la lenza con la stessa naturalezza con cui mia madre stendeva il bucato. Era una giornata strana anche quella.
Ecco perché il Rais non si fidava delle giornate strane. Allora non lo sapevo ancora, ma oggi sì. Oggi è tutto più chiaro. Il maestrale si era alzato all’improvviso e Maria non si era voluta arrendere. Erano mesi che sognava la sua canna da pesca, la solitudine dello scoglio e la partita con i pesci era appena cominciata. Lei era così, testarda e tenace, come le rocce calcaree, che quel mare, che tutto vuole e poco concede, lentamente erode. Erano passati quasi dieci anni e altrettante mattanze dalla tragedia e Pietro non ne aveva mai fatto parola. Non solo con lui che era il Rais, il Capo, il Signore dei tonni e non era strano che i tonnarotti non lo usassero come confidente. Non ne aveva mai parlato con nessuno e, anche se gli uomini non se l’erano mai detto, erano preoccupati per lui. Mentre il Rais si perdeva nelle malinconie del passato, i tonnarotti avevano iniziato a issare le reti secondo il nuovo metodo di fare mattanza che proibiva l’utilizzo di arpioni e violenze esibite, perché agli animalisti sembra una morte più elegante e ai giapponesi, che sono i maggiori clienti, il tonno piace intatto, dentro come fuori. Ed era stato proprio quando i primi corpi lucidi erano emersi dalle acque che si era sentito quel grido, il cui ricordo avrebbe tenuto sveglio più di un uomo per le notti a venire.
“C’è una donna, c’è una donna in mezzo ai tonni.”
Il Rais era stato strappato via dalle proprie riflessioni così brutalmente che per poco non aveva perso l’equilibrio e dentro l’acqua insieme ai tonni c’era finito lui, coprendosi di ridicolo davanti agli occhi dei suoi uomini. Quel grido arrivato all’improvviso, simile al morso di un cane codardo, gli aveva strizzato le ascelle. Era un tic che si portava dietro fin da ragazzo. Quando qualcosa lo spaventava, mi avrebbe detto Pietro in confidenza durante una delle nostre chiacchierate improvvise come un temporale d’estate, con il tono basso e colpevole col quale si rivelano i segreti più intimi, arrivava quel pizzico alle ascelle che lo faceva sobbalzare. Non aveva mai avuto il coraggio di parlarne con un medico, anche perché lui con i medici non aveva una grande familiarità e ormai le ragioni di spavento se n’erano andate via insieme alla giovinezza. Che quasi quasi quell’episodio di pizzicorio inaspettato gli aveva fatto piacere. Ma non aveva avuto modo di crogiolarsi in questa beatitudine perché si era sentito addosso lo sguardo dei suoi uomini che spostavano gli occhi dai tonni al barbariccio in attesa di un suo cenno. Sicuramente, anche se non lo avrebbe mai ammesso, certe volte il ruolo di Signore dei tonni gli andava stretto, quasi fosse stato un paio di pantaloni ritrovati in un vecchio baule. Questa era decisamente una di quelle volte. In mezzo ai tonni non c’era nessuna donna, ne era certo. Ma io ero convinta di averla vista e per la sua esperienza, quando una donna si metteva in testa qualcosa, che fosse vera oppure no, quella cosa diventava un problema per molti. E poi io, non solo ero una forestiera, ma ero pure una giornalista venuta lì in cerca di avvenimenti sensazionali. E una donna in mezzo ai tonni in piena mattanza era decisamente una grande notizia. Molto cinematografica, non c’è che dire. C’erano quindi diverse ragioni in più perché quella visione si trasformasse in realtà. E poi, fatto ben più grave di tutti, c’erano i precedenti che la forestiera, cioè io, sicuramente sarebbe andata a scovare, facendo domande in giro per il paese. Non c’era quindi molto che potesse fare, così decise di non fare nulla. Gli era bastato uno sguardo per riportare ordine tra i suoi uomini, che all’unisono avevano ripreso il lavoro, fingendo che nulla fosse successo. Perché era esattamente questa la sua versione dei fatti.
Non sarebbe stato altrettanto facile placare la mia frenesia, la cui forza faceva tremare il barbariccio molto più dei corpi compatti dei tonni. Il tonno è fra i pesci uno dei più aerodinamici, tutto il peso del corpo è spostato in avanti sulla testa mentre la parte posteriore è affilata e sottile. Una delle caratteristiche che lo rendono unico tra i suoi simili è la sua temperatura corporea che supera quella ambientale di 10°C, fatto che gli permette una contrazione muscolare più rapida e lo rende uno dei pesci più veloci. Per fortuna non c’era tempo da perdere dietro alle fantasie di una donna, bisognava fare presto e spingere i tonni verso la camera della morte, dove ormai non moriva nessun tonno ma che continuava a chiamarsi così per tradizione. In quanto a me, dopo quell’urlo ero rimasta in silenzio. Ghiacciata. La tattica del Rais aveva funzionato. Ma la mia era solo una pausa e questo lui, che era sposato da quasi trent’anni, lo sapeva bene. Improvvisamente, l’interesse di Pietro per una donna forestiera non era più ragione di gioia ma si era trasformato in una novità pericolosa. Segno che la vita si stava divertendo a complicare le cose ancora una volta.
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