Ecco qui i libri più interessanti del 2020 secondo la redazione di Altri Animali. Buone letture!
László Darvasi
La leggenda dei giocolieri di lacrime
il Saggiatore
Traduzione di Dóra Várnai
Ungheria seicentesca e 600 pagine, cinque giocolieri a bordo di un carro con una lacrima blu. Piangono ghiaccio pietre miele sangue e specchi (ma non sempre), si chiamano Goran Dalmatinac, Péter Feketekő, Zorán Vukovics, Aaron Blumm e Franjo Mendebaba (ma non per sempre); «il loro pianto è un’unica storia». La leggenda dei giocolieri di lacrime è un labirinto di diavoli; il sesso è palude, il corpo è uno squarcio e l’uomo la sola miserrima creatura attraverso cui esiste il racconto. Ed è entusiasmante.
Brian Phillips
Le civette Impossibili
Adelphi
Traduzione di Francesco Pacifico
Se dovessi puntare solo su un romanzo, non avrei dubbi: Guerra e guerra di Krasznahorkai. Ma in questo annus horribilis la non-fiction è stata preponderante su tutto, e non mi riferisco solo alla letteratura. Quindi la mia scelta è ricaduta su Le civette Impossibili di Brian Phillips. Che sia l’Alaska, il sumo giapponese, le tigri indiane o l’Area 51, l’autore ha la capacità di rendere interessante qualunque cosa, trasformando i suoi reportage in piccoli romanzi grazie ad una scrittura superba. In America l’hanno accomunato a Americani di John Jeremiah Sullivan, e in effetti queste due raccolte di essays hanno molti punti in comune tra loro. Phillips è diretto, ironico, pop, privo di manierismi. Del tipo: entro. Spacco. Esco. Ciao. Una lettura che consiglio a tutti.
Bryan Washington
Lot
Racconti edizioni
Traduzione di Emanuele Giammarco
Una voce che passa dal linguaggio volutamente sporco a espressioni eleganti senza risultare fuori controllo; racconti che funzionano benissimo da soli, ma che compongono un unico percorso di formazione; un punto di vista coinvolto e lucido su razzismo, gentrificazione e scoperta di sé. Lot è pieno di tecnica e talento, ma nessuno dei suoi elementi diventa mai più importante della storia che stiamo leggendo. Washington è un narratore puro, e il suo è il libro più bello che ho letto quest’anno.
Kevin Barry
L’ultima nave per Tangeri
Fazi Editore
Traduzione di Giacomo Cuva
Il nome Tangeri evoca subito la strana coppia Jane e Paul Bowles («Paul e io siamo così incompatibili che dovremmo stare in un museo»), ma per la città marocchina ci sono passati tutti: Kerouac, Burroughs, Purdy, Tennessee Williams, Patricia Highsmith, Truman Capote. Kevin Barry, quello dei racconti di Il fiordo di Killary (Adelphi) che sognava di diventare il più grande scrittore ebraico della sua generazione («solo che per un ventenne lentigginoso di Cork, Irlanda, la faccenda si presentava un po’ complicata»), decide di sfiorarla soltanto in L’ultima nave per Tangeri (traduzione di Giacomo Cuva, Fazi). Due malavitosi ancora nel giro nonostante gli anni si ritrovano al terminal dell’ultimo battello per l’Africa a scambiarsi battute mordaci in un vernacolo fittissimo, alzando il volume del craic in una situazione che più beckettiana non si può, nell’attesa che Caronte salpi per l’ultima volta.
Bernardine Evaristo
Ragazza, donna, altro
Sur
Traduzione di Martina Testa
Libro dell’anno per i temi, certo, ma la letteratura non è una parrocchia e questo libro non è una predica: lo è per la scrittura unica, che viaggia sul duplice binario della prosa e della poesia. Difficilmente esiste un libro più libro dell’anno di questo, almeno in Italia, e infatti dovreste trovarlo in tutte le liste così come lo avete trovato in quelle anglofone lo scorso anno, quando ha portato la prima scrittrice nera inglese per la prima volta a vincere il Booker Prize. Voto: Pietra miliare.
Riccardo Falcinelli
Figure. Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram.
Einaudi Stile Libero
In architettura si chiama eclettismo, in musica mash-up, in libreria Figure. La combinazione, o mescolanza, di arte, fotografia, cinema, ma anche pubblicità, moda, social, dal Cinquecento a oggi, per spiegare non cosa significano, ma il meccanismo, il loro funzionamento. Come guardiamo le cose oggi? Come le pensiamo? Come le viviamo? Che tipo di fruitori e produttori di immagini siamo diventati? L’arte di vedere l’arte come design, come oggetti progettuali in relazione alla società. Consigliato a chi le immagini le inventa, e a chi le vuole capire: è la grammatica delle immagini che prima non c’era.
Florinda Giannino
Fran Ross
Oreo
Sur
Traduzione di Silvia Manzio
Fran Ross giunge dallo psichedelico 1974 a stemperare l’amaro 2020 con il suo dissacrante post-soul humor. Oreo è un pasticciaccio postmoderno che sviscera il linguaggio, infrange i costrutti narrativi e rovescia in maniera rocambolesca attualissimi stereotipi di razza e genere. Suggerendo nuovi modi di ridere e pensare, indica la via per sbrogliare la complessa questione identitaria e senza l’aiuto di ammiccamenti o il peso di bronci seriosi, ne rivela le assurdità, i conflitti e la bellezza.
Claudio Giunta
Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca.
il Mulino
Claudio Giunta recupera sperimentalismi e contraddizioni della vita intellettuale di Tommaso Labranca, ne scrive con precisione e viva curiosità saggistica. Debordante e raccolto, periferico e centrale, Labranca ha rappresentato l’alternativa impossibile di fare critica culturale senza esoterismi accademici o posture midcult. Non era insomma né un romanziere né un professore, solo un raffinato conoscitore della cultura di massa, un umanista fragilissimo capace di prendersi in carico la realtà.
Jan Brokken
I giusti
Iperborea
Traduzione di Claudia Cozzi
«A volte ci si ritrova di fronte a una scelta impossibile e per decidere si ha solo una frazione di secondo». Fuggire? E per dove? Aiutare? E come? I Giusti è la storia di alcuni diplomatici e di tanti esuli ebrei, tutti egualmente sperduti nell’Europa della Seconda guerra mondiale. È un’epoca di ferro ma capace ancora di grande grazia: Kaunas rivive sotto i nostri occhi, così come la Transiberiana, Kōbe e il ghetto di Shanghai. Un racconto di esperienze caleidoscopiche e trascinanti, drammatiche, certo, ma anche caparbie, e che danno voglia di stare al mondo.
Margaret Atwood
Tornare a galla
Ponte alle grazie
Traduzione di Fausta Libardi
Tornare a galla è un libro un po’ sghembo. Nella prima parte è fermo, prudente nei temi, timoroso; nella seconda esplode in una scrittura arruffata e disordinata, è un ruzzolare giù dalla montagna. L’ho letto a diverse velocità, interrompendo e tenendo ben a mente questo romanzo da consultazione, tra le cui pieghe si nasconde un piccolo saggio sul binomio dentro/fuori, maschio/femmina, civiltà/natura, istinto/ragione. Non lo leggi per la bella scrittura e questo è un sollievo.
Nicola Lagioia
La città dei vivi
Einaudi
Percorso da un’urgenza famelica di capire e di capirsi, La città dei vivi ha i connotati di un evento, un’occasione rara di fermarci a pensare. È un libro magnetico. Le pagine scorrono con un senso di ineluttabilità, come se le azioni dei protagonisti fossero dettate dalle leggi del determinismo, non dalla volontà dei carnefici o dell’autore, attirato fatalmente nell’abisso della città e di una delle sue cronache più atroci. Nulla di nuovo può succedere a Roma ma tutto si può ancora raccontare.
Kawakami Mieko
Seni e uova
edizioni e/o
Traduzione di Gianluca Coci
La capacità di un corpo di portare a compimento una gravidanza e di allattare un bambino – il possesso cioè di seni e uova – determina il destino di quel corpo? Per la scrittrice Natsuko, protagonista di Seni e uova di Kawakami Mieko (edizioni e/o, traduzione di Gianluca Coci), la maternità e il sacrificio di sé sembrano incapsulare l’esperienza femminile. Ma Natsuko si chiede anche se il seno e le uova possano essere strumenti di liberazione: cosa rende libera una persona? Con un’edificante mancanza di sentimentalismo Kawakami si concentra quasi esclusivamente su personaggi e spazi femminili, sulla maternità e le difficoltà economiche, i piccoli appartamenti e gli anfratti urbani. Il premio Mainichi Publishing Culture conferma l’importanza della scrittrice, il cui pensiero affilato e una grazia non comune nel combinare ora il dialetto ora un tratto lirico ne fanno un’autrice più unica che rara. Come dirà nel romanzo la sua editor a Natsuko, questa unicità «sta nello stile, nella sua eccelsa qualità e nel ritmo». Ecco, di stile Kawakami ne ha da vendere.
China Miéville
Gli ultimi giorni della nuova Parigi
Fanucci
Traduzione di Pierluigi Fazzini
Nella nuova Parigi di China Miéville ci sono Yves Tanguy e Aleister Crowley, André Breton, e Jack Parsons. Ci sono i nazisti e la Resistenza. C’è una bomba che esplode e che folgora la realtà. Le opere immaginate dai surrealisti si materializzano. I cadavre exquis prendono vita; si mischiano a entità demoniache, a poeti e militanti. Finalmente è stato tradotto in Italia uno dei libri più deliranti e riusciti del weirdverso dello scrittore britannico. Ma l’ucronia selvaggia di Miéville non è priva di una dimensione politica. È anzi un gioco fin troppo serio. Anche perché, come dice il protagonista Thibault, «giocare è l’insurrezione tra le macerie della possibilità oggettiva».
Carlo Rovelli
Helgoland
Adelphi
Helgoland di Carlo Rovelli: 200 pagine densissime di idee, concetti, personaggi, da Heisenberg a Nāgārjuna passando per Mach, non cronologicamente ma con la levità di una conversazione. Il tutto volto a spiegare l’interpretazione relazionale della fisica quantistica: la descrizione che possiamo dare della realtà è un riflettersi di prospettive, tutte parziali. Un punto di vista dall’esterno, assoluto, non c’è. È il mio libro dell’anno perché, anche quando ogni giornata sembrava uguale a sé stessa, mi ha regalato curiosità e voglia di approfondire. E perché ci dice di rinunciare alle strutture immutabili e prestabilite: in un certo senso, ogni cosa che facciamo conta. L’essere è azione, e interazione.
Giorgio Fontana
Prima di noi
Sellerio
L’impressione che si prova leggendo Prima di noi di Giorgio Fontana, Sellerio 2020, è quella di percorrere un secolo, ma anche altre sono le sensazioni che scaturiscono quando si rimane impigliati in queste ambiziosissime novecento pagine. La famiglia Sartori si forma, migra, combatte, muore e si innamora, mentre l’Italia cambia e il Novecento si dispiega. Fontana non crea una mitografia intorno a questa famiglia, ma delinea dei personaggi la cui educazione sentimentale e il realismo rafforzano l’immedesimazione del lettore stimolandone ricordi e sensibilità. La storia dei Sartori è la storia del Novecento italiano percorsa con una scrittura limpida, che non lascia nulla al caso e che ci fa amare il romanzo nella sua forma più autentica.
Roberta Sofia
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