Il novembre di questo 2021 ha visto riapparire nelle librerie (sotto il segno dello Scorpione) un romanzo assente da diversi anni: Madame andata e ritorno di Lisa Morpurgo. Dato alle stampe per la prima volta nel 1967 per i tipi di Longanesi, il volume si aggiunge ora alla collana principale di Edizioni di Atlantide, nella consueta tiratura numerata da 999 esemplari.
Libro breve e fulminante, Madame andata e ritorno racconta la storia di una giovane donna – che rimane senza nome nel corso di tutta la narrazione – alle prese con la propria vita lavorativa e sentimentale. Madame, nel suo ruolo di segretaria, assistente e confidente di un pittore di nobili origini, si tiene in equilibrio tra incarichi improvvisi e sentimenti ora imprevisti, ora cercati. Percorre in lungo e in largo, con noncurante eleganza, l’Europa di metà Novecento, affiancata da un variopinto microcosmo di figure che le gravitano intorno come satelliti. Le vicende di cui si ritrova protagonista o spettatrice sono le più disparate; oscillano tra il surreale, l’avventuroso, persino il tragico, ma Madame conserva nello sfiorarle una leggerezza di rara grazia. La giovane non si nega piaceri e lussi, non disdegna la compagnia di amanti e l’espressione di una sessualità libera, avulsa da problematiche di sorta perché non problematizzata in partenza. La sua filosofia deriva dal pittore e datore di lavoro, che, a proposito del futuro, sceglie di adottare un mantra tanto semplice quanto liberatorio: «E perché dovrebbe andar male?». Madame si muove per il mondo con allegria e disinvoltura, in un continente che sembra infinitamente più ampio di quanto non appaia adesso.
Poco importa quindi che l’amante del pittore perda la vita in un incidente su cui si allungano (o forse no) le ombre di un piano omicida, che un personaggio finisca ibernato sotto vetro e un altro si scopra affetto da una malattia incurabile: queste calamità non soverchiano la narrazione, né rallentano mai il passo da funambola di Madame nella sua onirica Europa epicurea.
Il libro mantiene infatti un perfetto dosaggio di eventi faceti e accadimenti fatali; i secondi non rubano furbescamente la scena – «Meglio così, non sai quanto giovano gli ostacoli, gli intrighi» –ma si intersecano alle passeggiate lungo i viali e alle disquisizioni più vivaci. I dialoghi brillanti caratterizzano a perfezione personaggi mondani immersi in fatti altrettanto mondani.
«Era un inglese di bell’aspetto e appariva più alto di quanto non fosse in realtà per via del suo portamento sciolto e svagato, come se gli capitasse sovente di abbandonare su una poltrona, nel vano di una porta o addirittura in un’altra stanza qualche pezzo periferico della sua anatomia, che poi ricuperava con gesti meccanici delle braccia».
Piccole frasi, descrizioni minute ma miratissime, ed ecco che quella che potrebbe sembrare una carenza di approfondimento si rivela piuttosto una superficie percorsa da Morpurgo con grande controllo. Una dimensione erotica ben conscia e un’ironia sottile e intelligente sono poi l’humus su cui fiorisce tutta la narrazione: né l’una né l’altra vengono squadernate in faccia al lettore ma restano sottintese, serbando così la discreta efficacia che manca invece alle cose maldestramente svelate.
Di maldestro, d’altronde, in Madame andata e ritorno non c’è nulla: la prosa è fluida e luminosa, eccelle in esattezza senza perdere in sobrietà; le ambizioni che esprime sono misurate, ma non limitate, né tantomeno limitanti. È un romanzo breve ma pieno di aria, dilatato da un respiro ampio, da una gioiosa libertà di movimento che mai come in questi tempi strani ricorda un’oasi perduta.
Lisa Morpurgo è un’autrice anomala nel panorama letterario e intellettuale del nostro Novecento: dapprima traduttrice e responsabile dei diritti esteri per Longanesi, poi narratrice, venne d’un tratto, come la sua protagonista, fulminata da un amore inatteso, quello per le stelle, che l’avrebbe portata a diventare la più grande astrologa italiana.
«Certe decisioni paiono salti bruschi, scatti della volontà, e invece tutto è stato preparato senza che ce ne accorgessimo. La volontà non c’entra affatto. Per questo credevo alle cartomanti».
Queste parole di Madame contengono, forse, il germe primigenio della svolta della scrittrice, l’atteggiamento di chi accoglie il futuro con levità ma non si esime dal divinarlo o, meglio, dal comprendere come andargli incontro, conoscendo meglio sé stessi nell’attraversamento dei corpi celesti.
È interessante che Madame andata e ritorno sia un ripescaggio: un testo dimenticato, ritrovato e amato tanto da volergli confezionare un vestito nuovo, una diversa interpretazione che parte sin dalla copertina e intende restaurarne il valore. C’è qualcosa di commovente nello scoprire che volumi altrimenti destinati all’oblio riescano a risuonare dalla soglia della dimenticanza e trovino lettori affezionati oltre la polvere dei vecchi scaffali. La ristampa del romanzo nasce infatti dall’agenzia letteraria PAL di Melissa Panarello, scrittrice e astrologa a sua volta, che sui testi divulgativi di Morpurgo ha studiato, appassionandosi alla sua figura al punto da volerle dedicare una biografia. Il volume, il cui titolo è semplicemente il nome Lisa Morpurgo, si inserisce nella nuova collana Mosche d’oro di Giulio Perrone Editore, che si propone di raccogliere vite di grandi donne attraverso lo sguardo di autrici contemporanee. Un ulteriore intersecarsi di rotte e corrispondenze dal risultato felice.
Anche la lingua di Panarello è precisa e raffinata; intreccia con entusiasmo la propria vita alla folgorazione nei confronti della scrittrice e illustra così quella che fu un’autentica sommossa nell’astrologia tradizionale: «Ma quello nel cosmo è, dicevo, un viaggio troppo avventuroso per lasciarlo così irrisolto e la prima a comprenderlo è stata Morpurgo, che ne ha affrontato l’oscurità senza alcuna paura». L’autrice di Madame andata e ritorno era una donna di rara eleganza, capace di squassare e ricostruire una tradizione immutata da secoli per farla corrispondere ai propri ideali di pulita simmetria, e scoprirsi, per giunta, dalla parte della ragione.
«Secondo Lisa Morpurgo noi ci muoviamo assieme al cielo, non esiste un percorso già tracciato e, per quanto l’interpretazione degli aspetti e delle collocazioni dei pianeti, dei segni e delle case sia codificabile e in qualche modo immanente, non si può prescindere dalla persona, dalle sue scelte e da quello che elegge a proprio destino». La sua interpretazione della mantica stellare è pervasa dal libero arbitrio, dall’unicità del singolo essere umano, la ricchezza individuale che portava già la sua Madame a una piena e lieta coscienza di sé e che conduce anche Melissa a percepire in modo nuovo la grazia del tempo che abitiamo.
Pur precedendo la vocazione della sua autrice, Madame andata e ritorno contiene quello che, secondo Panarello, è il seme della sua grandezza nell’ambito che più le è stato caro:
«Sono convinta che molta della sua fama come astrologa non dipenda solo dalla fondatezza dei suoi ragionamenti e dall’impressionante corrispondenza che è possibile trovare fra le sue analisi e il nostro tema natale, ma anche dal talento innato che aveva nella scrittura».
Morpurgo possedeva una naturalezza spontanea nel narrare, una piena padronanza del materiale, che è poi null’altro che l’insieme di parole e destini. In forza di questa spontaneità ha potuto operare i suoi dissesti ai danni sia della superata astrologia tolemaica sia di una morale sulla quale era molto in anticipo.
La fortunata coincidenza (ma ha poi senso usare un simile termine in questo contesto?) che ha portato i libri di Morpurgo sotto la cura attenta di Panarello ha dato così il suo primo frutto, restituendoci, in un labirintico gioco di specchi, un personaggio unico e inaspettato: Madame, figura femminile cordialmente sovversiva.
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